Interviste

Distrarre dalla distrazione

Qualcosa di più sui testi

AUTORE: STEFANO CORTI27 aprile 2018

Qual è lo scopo della tua musica?
Vorrei condurre le persone verso un viaggio esplorativo di sé, spingendole nella loro interiorità: qui la loro esperienza individuale farà da catalizzatore per l'interpretazione delle mie parole, che sarà del tutto soggettiva. Il bello è proprio questo: una mia canzone potrebbe essere metaforicamente vista come un rebus che non ha una soluzione giusta o sbagliata in assoluto, ma che è invece relativa all'esperienza individuale di chi ascolta e alla riflessione che la canzone suscita.
Il massimo risultato si ottiene quando chi mi ascolta si predispone a questo approccio e si lascia trasportare dalla musica. Il punto focale non è tirar fuori qualcosa dalle persone, ma farle "immergere" nella loro interiorità.

Di cosa trattano le tue canzoni?
Possiamo dire che la tematica principale sia l'introspezione, il mondo interiore che viene costantemente "ribaltato" da domande etiche, morali, esistenziali, la cui risposta è tutt'altro che definita. Le mie canzoni fanno immergere in un mondo astratto, introspettivo, dove le immagini rappresentano metaforicamente situazioni che, come nei sogni, sono legate l'una all'altra tramite collegamenti impliciti, ma non per questo sconnessi: c'è un filo logico che, essendo sottile, non costringe nessuno ad andare in una specifica direzione ma comunque impedisce che l'ascoltatore si senta perso in pensieri sconnessi.
Il tutto viene legato, come una figura in una costellazione, dalla forza del pensiero dell'ascoltatore.

Come fanno i tuoi testi a rendere questo effetto?
Si parte dalla costruzione di immagini metaforiche che gettano l'ascoltatore nel suo stesso inconscio, dove ogni astrazione ha la sua "contro-immagine" concreta.
Il dubbio si viene a creare automaticamente nel momento in cui l'ascoltatore si trova dinnanzi ad una domanda che non è solito affrontare. È inevitabile, a questo punto, la ricerca di una risposta che soddisfi l'interrogativo per ritrovare l'equilibrio originario. Questa ricerca costituisce, a mio parere, una stimolazione del pensiero individuale, fondamentale per conoscere meglio il proprio Io.

Nelle tue canzoni la musica è semplice accompagnamento o ha un ruolo portante?
La musica non è pregna di virtuosismi tecnici, ma resta fondamentale: è a servizio delle immagini generate dal testo. La varietà delle immagini si trasforma in suoni che rendono diversificata la parte musicale: i suoni più tradizionali si legano ad alcuni più elettronici per creare un'atmosfera unica e specifica per ogni canzone. Ciò che tengo di più a precisare è che per me la musica non è la cornice del quadro ma il suo paesaggio, mentre i testi sono i suoi soggetti.

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