SCRITTI
Sono stato tutta la mattina per aggiungere una virgola, e nel pomeriggio la ho tolta _ Oscar Wilde _
Punta alla foresta
Primavera nera
un occhio si scioglie
dentro pozzanghere di illuso baleno.
Qualcuno sbadiglia di fronte ad uno specchio frantumato
che riflette una noia incastrata in una favola dalla morale scaduta.
Un coro di voci afone
dipinge angoscia e polvere
e lingue bucate che strisciano moribonde.
Non c’è ritmo
avanti e indietro in questa stanza
non c’è ritmo.
Le parole potate
arterie circensi che pulsano a intermittenza
il fegato messo ad asciugare
e nell’altra stanza
burattini predicono il futuro
veggenti in una nebbia di verità potate
e che senso avrebbe avere le gambe
se poi non le portiamo lontano?
Ogni alba ed ogni tramonto vanno conquistati
i piedi devono commuoversi … invece
ci si perde dalla parte sbagliata dell’orizzonte
la meraviglia è esattamente quella che recita il copione.
L’urlo di Moloch
ricordi come faceva?
Moloch i cui occhi sono mille finestre cieche!
L’iride, l’abbraccio,
la testa dentro a un secchio
morti dentro una sfera di cristallo
dei sfocati e messi al bando
ed io voglio dire
cristo santo cazzo!
La beatitudine è un ombrello chiuso
che lascia passare la pioggia.
Com’è che un orgasmo indossa una maschera?
Fogli bianchi
fogli bianchi come libellule
fogli bianchi come il mare
fogli bianchi che evadono dalle case
fogli bianchi come le dita
apri la gabbia e punta alla foresta.